Nuove cose o cose nuove?

“Per fare un tavolo, ci vuole il legno” iniziava una vecchia canzone che ancora oggi cantiamo a quasi tutte le età.

E possiamo dire che la nostra idea del fare parte proprio da questo motivetto, cioè da quanto sia complesso realizzare una cosa all’apparenza, o alla prova dei fatti molto semplice come un tavolo.

Complessa, non complicata, anche se un termine non esclude l’altro, ma soprattutto richiede di mettere all’opera quante più capacità riusciamo a utilizzare.

Il vero problema, molto spesso, non sta tanto nell’esecuzione e nemmeno nella sua progettazione. La vera criticità sta nel far scattare la scintilla dell’idea. Siamo portati, infatti, a far tornare la nostra mente al retaggio di competenze convenzionali che molto spesso hanno a che fare con quanto succedeva “quando noi eravamo guide o esploratori”.

Eppure, di anni ne sono passati, per chi più o per chi meno, ma per i nostri ragazzi rappresentano quasi ere geologiche. Basti pensare che – come spesso sentiamo dire – il lavoro che faranno loro forse oggi non esiste nemmeno e associarlo al fatto che quando pensano a una specialità o a un’impresa le risposte sono quasi le stesse che avremmo dato noi.

È necessario quindi aprirci a competenze nuove, anche a quelle digitali. Molto spesso i nostri ragazzi sono smanettoni si danno da fare, conoscono molti programmi che possono persino semplificare la vita.

Usare il computer e internet non è più sinonimo di copiare ma anzi può aprire le porte a un’infinita mediateca di contenuti utili. Anche il migliore artigiano, oggi, è chiamato a ripensare la sua professione utilizzando programmi, software e strumenti che prima non esistevano ma che oggi gli permettono di fare cose che prima non sarebbe mai riuscito a fare.

A Cura di Francesco Iandolo