Ancoràti a Dio

“La speranza è la più umile delle tre virtù teologali, perché nella vita si nasconde. Tuttavia essa ci trasforma in profondità, così come «una donna incinta è donna» ma è come se si trasformasse perché diventa mamma[…].”[1]

“… la speranza non delude, è sicura. La speranza non è ottimismo, non è quella capacità di guardare alle cose con buon animo e andare avanti e non è neppure semplicemente un atteggiamento positivo, come quello di certe «persone luminose, positive». Questa, è una cosa buona, ma non è la speranza[…]”.

“[…]Si dice che sia la più umile delle tre virtù in quanto la fede si vede, si sente, si sa cosa è; la carità si fa, si sa cosa è. Ma cos’è la speranza? […]Per avvicinarci un po’ possiamo dire per prima cosa che è un rischio. La speranza è una virtù rischiosa, una virtù, come dice san Paolo, di un’ardente aspettativa verso la rivelazione del Figlio di Dio. Non è un’illusione[…].”

“[…]Avere speranza significa proprio questo: essere in tensione verso questa rivelazione, verso questa gioia che riempirà la nostra bocca di sorriso. È bella questa immagine! […]i primi cristiani la dipingevano come un’àncora. La speranza era un’àncora; un’àncora fissata nella riva dell’aldilà. La nostra vita è come camminare sulla corda verso quell’àncora. Ma dove siamo ancoràti noi? Siamo ancoràti proprio là, sulla riva di quell’oceano tanto lontano o siamo ancoràti in una laguna artificiale che abbiamo fatto noi, con le nostre regole, i nostri comportamenti, i nostri orari, i nostri clericalismi, i nostri atteggiamenti ecclesiastici. Siamo ancoràti là dove tutto è comodo e sicuro? Questa non è la speranza”.

“La speranza è una grazia da chiedere; infatti, una cosa è vivere nella speranza, perché nella speranza siamo salvati, e un’altra cosa è vivere come buoni cristiani e non di più; vivere in attesa della rivelazione, o vivere bene con i comandamenti; essere ancoràti sulla riva del mondo futuro o parcheggiati nella laguna artificiale[…].”

Oggi più che mai queste parole del Santo Padre devono guidarci nell’accompagnare i nostri bambini.

Oggi più che mai, in un’ epoca contrassegnata da incertezze e smarrimento, dobbiamo porci al fianco dei lupetti e delle coccinelle per aiutarli ad ancorarsi, con speranza, al loro amico Gesù.

Con il nostro esempio contribuiremo a far sì che i bambini costruiscano un’àncora bella grande e salda, capace di resistere al mare in tempesta che spesso dovranno affrontare lungo la corda della vita.

Con l’augurio di trovare ancora la nostra àncora di speranza,

Buona Caccia e Buon Volo


[1] cfr.” MEDITAZIONE MATTUTINA NELLA CAPPELLA DELLA DOMUS SANCTAE MARTHAE” – Papa Francesco – Martedì 29 ottobre 2013

Pietro MastantuoniA Cura di Pietro Mastantuoni – Pattuglia Comunicazione