Route nazionale, diario di una scolta campana

Route Nazionale, diario di una scolta campana

San Rossore: 30.000 cuori a ritmo del coraggio.

C’è chi d’estate, impacchettate per bene le sue cose in una valigia, sale in macchina e parte per raggiungere il mare e chi, invece, messe alla  meglio le cose che più gli saranno utili, parte con lo zaino sulle spalle alla scoperta della natura e di sé.

Questo è lo scout, un esploratore, una sentinella.

Essere scout è difficile, spiegare chi è uno scout ancor di più. Nessuno che non abbia mai indossato l’uniforme potrà capire cosa significa davvero quel fazzolettone che con orgoglio si porta al collo.

Ancor più difficile, poi, spiegare cosa la Route nazionale A.G.E.S.C.I. 2014 ha lasciato nel taschino delle camicie di tutti quelli che a San Rossore c’erano.

Erano 30.000 le camicie blu di tutt’Italia che hanno dovuto gridare la parola “coraggio” per poter entrare a San Rossore, lì dove hanno costruito una vera e propria “città delle tende” e lì dove hanno imparato cos’è il coraggio: il coraggio è paura perché, senza il timore di fallire, non si può trovare il coraggio di superare i propri limiti; il coraggio è forza perché, anche quando tutto sembra andare per il verso sbagliato, si può trovare il coraggio di andare avanti in cerca della luce.

E cosa il coraggio è per gli scout si nasconde tra le righe della Carta del coraggio, quel documento nato da mesi di osservazione, di analisi e di impegno da parte di tutte le giovani camicie blu che ogni giorno si impegnano per avere un futuro migliore.

Ogni scout, leggendo la Carta del coraggio, conserva in sé la speranza che, finalmente, le istituzioni che dicono di voler puntare sui giovani trasformino le parole in fatti concreti.

‘Coraggio’non era l’unica parola che camminava tra le strade di San Rossore; accanto a lei c’era la ‘condivisione’ perché la Route nazionale è stata l’incontro di 30.000 anime blu che hanno condiviso un pezzo della loro strada.

Ogni R/S non ha potuto far altro che sentirsi diverso una volta conclusa questa esperienza: ciascuno ha lasciato un pezzo di sé a San Rossore e ne ha portato un altro a casa, nella propria quotidianità.

Ora San Rossore è vuota: solo terra e polvere. Ma lì, tra quei pochi alti fusti che tanto in tanto fanno ombra, c’è tutto il coraggio e tutta la condivisone che 30.000 scout hanno imparato in solo cinque giorni.

Per ogni Rover e per ogni Scolta d’Italia la Route nazionale non è finita il 10 agosto ma continua ogni giorno perché, così come scout si è sempre, sempre si è anche testimoni di coraggio.

E oggi sono qui nella mia Terrà Felix, con più coraggio di ieri e molto di più per domani!

 

Silvia Rizzello