A volte tutto succede per un motivo, per un grande progetto che ci guida inconsapevoli, ad una serie di straordinari incontri che danno colore alla nostra vita.
Per noi è stato un po’ così, siamo partiti da una curiosità e siamo arrivati con tante certezze e mille nuovi orizzonti.
Durante l’anno scorso infatti, dopo diversi incontri sul tema dei flussi di migranti e del funzionamento dei centri di accoglienza, come Clan abbiamo deciso di dedicare il primo fine settimana alla “Strada come percorso di vita”. Abbiamo condiviso due giorni con la comunità Obiettivo Futuro che ospita 10 ragazzi migranti minori non accompagnati. Questo incontro ci ha fatto tre regali: il primo regalo è stato capire, dopo il sabato trascorso insieme a casa famiglia a raccontarci delle nostre vite e dei nostri sogni, a cucinare e cenare insieme, che tutte le nostre idee e i nostri bisogni sono gli stessi di qualunque altro ragazzo proveniente da qualsiasi parte del mondo. Il secondo è stato conoscere il valore dell’incontro. La domenica infatti abbiamo deciso di fare strada insieme, portando i ragazzi con noi sul sentiero dei monti di Eboli. Abbiamo fatto strada in coppia, per conoscerci ancora meglio e per poi fermarci in cerchio a presentare l’uno la storia dell’altro, scambiandoci un dono preparato per uno sconosciuto. E’ stato in quel momento che abbiamo capito che il dono materiale che ci stavamo facendo era nulla rispetto al dono che ci eravamo fatti nei due giorni: il valore di QUELL’incontro. In quella giornata abbiamo firmato la nostra Carta di Clan, alla presenza dei ragazzi che intanto ci accompagnavano cantando e suonando con noi.
A volte tutto succede per un motivo, per un grande progetto che ci guida inconsapevoli, ad una serie di straordinari incontri che danno colore alla nostra vita.
In effetti, ora che ci pensiamo, abbiamo parlato di tre regali…
Il terzo è proprio lì, al centro di questa foto, con gli occhiali sulla testa e gli occhi di chi ne ha viste tante ma vuole vederne ancora di più. Lui è Oumar, ragazzo della Guinea Francese, musulmano, arrivato in Italia circa un anno fa, da Gennaio compagno di strada e membro della nostra comunità di clan.
Eh sì, dopo l’esperienza che vi abbiamo raccontato Oumar ci ha chiesto di vivere questo mondo per lui ancora sconosciuto ma decisamente affascinante che è lo scoutismo… e noi?
Noi non sapevamo bene come affrontare questa scelta… una lingua diversa, una religione diversa, un vissuto diverso: come poter fare strada insieme senza correre il rischio di perdere la nostra? Come riuscire a fare comunità senza correre il rischio di mettersi esclusivamente al servizio? Tra queste domande abbiamo capito una cosa: accogliere è importante ma integrare è fondamentale, e per integrarsi c’è necessità di vivere l’incontro come un dono ed essere capaci di dare e di ricevere senza fermarsi mai.
E noi non ci siamo fermati per niente!
Insieme ad Oumar, entrato ufficialmente nel nostro clan, proprio mentre avevamo deciso di dedicare tutto l’anno al progetto #RoadToSantiago, che ci avrebbe condotto a Santiago de Compostela durante la Route estiva (ma questa è un’altra storia, fatta sempre di incontri con la “i” maiuscola), abbiamo iniziato a lavorare ad un capitolo sull’ accoglienza ed i processi di integrazione dei flussi migratori di questo tempo.
Dopo una prima fase di osservazione, condotta attraverso statistiche e numeri in possesso del Comune e delle associazioni di categoria, abbiamo toccato con mano, per la prima volta, tutta la ricchezza che abbiamo intorno. Siamo stati alla Festa dei Popoli a Salerno, organizzata ed animata da tutte le comunità straniere presenti nella provincia, proprio il giorno dei 18 anni di Oumar. Abbiamo condiviso canti, balli e usanze di ogni luogo del mondo, in un arcobaleno di colori e di fiori, il tema di quest’anno. Tutti i 18 stand hanno presentato il fiore simbolo del rispettivo paese e l’hanno poi piantato metaforicamente nel giardino planetario, posto all’interno della piazza, a rappresentare tutta la varietà e la bellezza dei colori del mondo. Ovviamente noi abbiamo contribuito col nostro giglio e con qualche canto stonato, di cui siamo portatori sani nel mondo!
Ma gli Incontri non sono finiti qua.
Grazie ad Eugenio Mastrovito, responsabile del settore immigrazione delle ACLI di Salerno, persona di straordinaria sensibilità e disponibilità incontrata sul nostro cammino, abbiamo avuto l’opportunità di scendere più a fondo nell’analisi dei flussi migratori degli ultimi vent’anni, e soprattutto di non fermarci ai numeri.
Eugenio infatti ci ha accompagnato a conoscere le due comunità più numerose di Battipaglia, facendoci accogliere nei luoghi di culto che, come in ogni città del mondo, rappresentano il modo migliore per incontrare persone di diverse nazionalità.
Il primo posto che abbiamo visitato è stato il Tempio Sikh. Lì non ci aspettavamo di certo quell’accoglienza! Senza neanche domandarci chi fossimo e cosa volessimo ci hanno offerto da bere e da mangiare e ci hanno fatto sentire a casa in una comunità che fino a poco tempo prima non sapevamo nemmeno che fosse presente sul nostro territorio. L’incontro con il Presidente del tempio è stata la parte più interessante della giornata: senza farsi cruccio ha risposto ad ogni nostra domanda e ci ha raccontato la storia dei guerrieri, padri del loro culto, e di come anche dopo continue discriminazioni e persecuzioni non hanno mai chinato il capo, ma hanno continuato a lottare fieri e saldi nel loro credo.
Una comunità grandissima, che ogni domenica ospita più di 200 indiani che condividono il pranzo e gli spazi come una grandissima famiglia. Una religione orientale votata al bene ed al senso di comunità, ricca di colori, sapori e odori che ci hanno fatto dimenticare per un po’ di essere nella nostra città.
Come al solito non ci aspettavamo un’accoglienza così calorosa. Al nostro arrivo ci siamo ritrovati in mezzo ad un banchetto quasi regale, preparato apposta per noi. Un’altra dimostrazione di accoglienza che di questi tempi sembra rara, venuta da una comunità che, nel giorno della Domenica delle Palme, è stata davanti la nostra chiesa a regalare ai passanti ramoscelli di Ulivo, simbolo Cristiano, in segno di pace.
Abbiamo discusso e confrontato le nostre opinioni anche sulla questione “terrorismo”. Abbiamo riflettuto sul fatto che chi compie atti orribili come quelli, non è una persona spinta da una fede estremista, ma è una persona mossa solo da ideali di terrore e di oppressione, che vanno contro qualsivoglia insegnamento del Corano e qualunque testo religioso al mondo. Una discussione tristemente attuale che ci ha dato molto da riflettere e che ha reso più forte la necessità di integrazione culturale, la voglia di testimoniare la verità e abbattere il muro del pregiudizio e dell’ignoranza che affligge le masse.
Questi incontri ci hanno mostrato due cose importanti: la prima è la voglia delle comunità di raccontarsi e di farsi conoscere, aiutandoSi in prima linea ad integrarsi nel modo giusto e ad abbattere ogni paura; la seconda è proprio la paura: di non essere capiti, di non essere valutati per quello che si è, persone. Ed è questa la cosa che più ci ha spinto ad organizzare un evento tutti insieme, una corsa a colori, che per un giorno irradiasse le strade grigie di una città arretrata e timorosa rispetto all’accoglienza, raccontando a tutti la bellezza del farsi tutti insieme, piccoli pezzi di arcobaleno. Come scout sentivamo la necessità di condividere le bellezze della nostra città, quelle più nascoste ed isolate, quelle più cariche di preconcetti negativi; mostrando a tutti i battipagliesi che esiste un luogo in cui la mescolanza è valore e non motivo di paura. Una festa in cui manifestare la voglia di stare insieme, di condividere spazi e storie e di lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato.
E così è stato! Con l’aiuto di Eugenio, delle comunità, del Caffè 21 Marzo, (bene confiscato alla criminalità organizzata e restituito alla collettività grazie ad una serie di associazioni di cui l’AGESCI è capofila tramite il nostro gruppo) dell’associazione San Filippo Neri (associazione che ogni giorno presso il Caffè offre un doposcuola gratuito a ragazzi e bambini di ogni nazionalità, religione e cultura) e col patrocinio del Comune, abbiamo organizzato una corsa a tappe, sullo stile della Color Run, che attraversando la città ha unito per una giornata i tre luoghi di culto principali e le loro comunità, ricevendo accoglienza e spruzzate di nuovi colori.
Una Corsa a Colori appunto, per testimoniare la voglia di smetterla di dividere il mondo in bianchi e neri, e di ricominciare a vivere a colori, ognuno con le sue ricchezze e le sue particolarità!
Un percorso lungo un anno, che ci ha fatto riflettere sull’importanza dell’Estote Parati davanti ai disagi del nostro tempo e del nostro territorio, andando oltre le barriere mentali che spesso ci costruiamo e la superficialità a cui la società di educa, provando a costruire nel nostro piccolo un futuro migliore.
Il capitolo si è chiuso cosi, con la Corsa a Colori e la conferenza del giorno precedente in occasione del secondo compleanno del Caffè 21 Marzo. Durante questa manifestazione con il sostegno del Settore Internazionale Campano, del Masci di Battipaglia e di Eugenio, abbiamo potuto raccontare alla cittadinanza dell’esperienza vissuta, della bellezza dell’incontro e della relazione, e della sfida dei processi di integrazione che, come ci ha ricordato anche il nostro assistente Don Vincenzo, si fondano su uno scambio e non sul mero ricevere, dando valore aggiunto alla ricchezza che ognuno di noi porta con sé.
I rapporti con Obiettivo Futuro, Eugenio e le comunità straniere cittadine saranno, da oggi in poi, parte della nostra vita, perché certi processi, certe relazioni, quando iniziano, è difficile fermarle!
Buona strada a tutti,
Il Clan Castelluccio del gruppo Battipaglia 1
P.S. I processi continuano, come si può vedere!!!