Responsabilità: termine non scontato, di questi tempi, disseminato in qualunque aspetto (e documento) della nostra vita associativa. Insegniamo ai nostri rover e scolte a diventare responsabili nel momento in cui, mettendo piede in branca, spieghiamo loro il senso e il valore della forcola, che li accompagnerà fino alla scelta della partenza e dell’ingresso (o meno) in comunità capi; nel momento in cui li invitiamo a compiere e portare avanti, con costanza e impegno, una occasione di servizio, dopo aver valutato ed essersi orientati a conoscere e farsi protagonisti dei bisogni di persone più deboli; nella fase in cui, maturate delle scelte, li accompagniamo nel loro cammino di uomini e donne della partenza. Impegno ad assumere un compito davanti ad una comunità: non vi ricorda qualcosa? Regolamento metodologico di Branca RS, articolo 7: “attraverso l’ascolto, il confronto e modalità decisionali democratiche, i rover e le scolte contribuiscono alla vita della comunità insieme ai capi, sentendosi responsabilmente parte di essa”.
Tutto lineare, quindi? Forse no. Responsabilità è assunzione di un impegno: vengo nominato responsabile di un progetto, di un incontro, di un percorso, di un gruppo di persone. È il modo in cui viene certificata una forma di fiducia nei miei confronti. Ma è sempre così? I nostri rover e scolte potrebbero, provocatoriamente, risponderci che si è responsabili anche quando si lasciano correre le cose, quando si sceglie di non compiere una scelta, quando si fa un passo indietro in nome di un’insicurezza o mancata volontà di portare avanti qualcosa. È per questo che dobbiamo essere pronti, al contrario, a ribadirne la bellezza, il senso di maturità, il valore che questo termine e la sua assunzione portano con sé.
Perché – art. 7 bis del Regolamento metodologico – “[I rover e le scolte] Vivono con coscienza civile la legalità, promuovono la cultura dell’onestà con l’esempio personale, lottano contro gli atteggiamenti di tipo mafioso e contro ogni forma di illegalità, contribuendo alla costruzione del bene comune”.