Buon Natale! Ma come, è gennaio e ancora si fanno gli auguri di Natale?
Certo, e vi spiego anche brevemente perché. Avete presente Giuseppe, Maria e Gesù, benissimo, senza di loro non ci potrebbe essere nessun Natale e nessun presepe. Se tenessimo solo i pastori con le pecore e gli artigiani nulla sarebbe più che una scatola di statuine gioco per bambini.
E invece la natività è l’essenza della famiglia, di sentirsi casa, della comunità. Non c’è miglior esempio della vita di Gesù che quello della normalità e della quotidianità della sua vita in famiglia.
È in famiglia che si sperimenta la vita in comunità. Un gruppo di persone che stanno insieme un po’ per scelta un po’ per caso che imparano giorno dopo giorno a costruire una convivenza basata sull’amore, sui valori e perché no, anche sulle regole.
Quello che potrebbe meglio definire la sensazione che si prova pensando a una comunità che è famiglia è il “sentirsi a casa”. Una casa che, spesso, non è solo quella di famiglia, ma tutti i luoghi dove entrando frequentemente o tornando dopo lunghi periodi di assenza ci sentiamo accolti, amati, ascoltati. Un luogo dove ci sentiamo al posto giusto!
È importante non far sembrare solo casa ciò che non lo è. Sarebbe facile, infatti, li dove in famiglia si creano – per ovvi motivi generazionali – liti, discussioni, rimproveri, pensare che quello sia un luogo meno accogliente di altri che i nostri ragazzi frequentano.
Facciamo in modo di creare occasioni per avvicinare i genitori ai loro figli anche durante la vita scout. Immaginiamo attività che li vedano giocare insieme, anche in competizione, ma con un gioco che dopo, a prescindere da chi vinca, finisca in un abbraccio.