“La libertà non è star sopra un albero / non è neanche il volo di un moscone / la libertà non è uno spazio libero / libertà è partecipazione”. Giorgio Gaber cantava, nel lontano 1973, il brano “La libertà”, in cui è riassunto, in poche parole, il suo modo di intendere la vita, la politica, il teatro e la musica.
Nel testo, Gaber esprime il desiderio di volersi sentire libero come un uomo che può spaziare con la propria fantasia in un contesto di democrazia; c’è libertà quando c’è la partecipazione della gente comune alla vita politica della comunità. Libertà in questo caso vuol dire condividere, essere ascoltati, essere parte integrante di un progetto unico rappresentato dalla collettività.
Una collettività sempre più ampia, quella che si ritrova a condividere un gesto simbolico e allo stesso tempo importante e significativo come il voto alle prossime elezioni europee del 26 maggio. Un gesto che tutti ci troveremo a compiere nel nostro piccolo.
Non è mai abbastanza discutere del significato del voto di ognuno di noi, quello che può fare la differenza per tutti. Tante volte i nostri ragazzi si ritrovano delusi, scoraggiati, anche annoiati dinanzi al mondo della politica che appare distante dai loro interessi, poco comprensivo e comprensibile, poco pratico rispetto alle loro esigenze.
L’Europa sembra un ambiente ancora più utopico e lontano. Eppure è semplice riportare semplici esempi che la rendono molto più vicina ai nostri rover e scolte di quello che sembra: pensiamo a quanti di loro partono per Erasmus o esperienze di lavoro all’estero, alle vacanze o alle route internazionali che in molti si ritrovano a vivere ogni anno, agli amici e familiari sparsi in paesi lontani dal nostro e che raccontano le loro esperienze di lingue, usanze, cibi diversi dal nostro. L’Europa è più vicino di quanto pensiamo, di sicuro può esserlo con il nostro voto: quindi votiamo, riportiamo il nostro impegno alla collettività, partecipiamo.
A Cura di Ortensia Ferrara