Sembra passato poco tempo da quando sono state adottate le prime misure di contrasto alla pandemia in corso e sono in realtà trascorsi quasi quaranta giorni dalla sospensione delle attività scout in persona.
E’ una situazione peculiare che ci ha accompagnato per l’intera Quaresima, imponendoci una dimensione di deserto ed introspezione propizia al discernimento, all’esame della propria vita e al riprogettarsi.
Tanti di noi hanno continuato ad alimentare la fiamma dello Scoutismo trovando modo di rimanere in contatto con i ragazzi che sono loro affidati, di ascoltarli, sostenerli e coinvolgerli in esperienze pratiche per quanto possibile nella attuale contingenza.
E’ evidente, che allo stato, non sono percorribili le strade che ci indica il metodo, né si possono vivere a pieno le dimensioni della scelta Scout del Patto associativo, con serie limitazioni alla proposta.
Ciò non toglie che anche in questo momento rimane intatto il nostro spirito Scout e il senso della nostra vocazione di educatori con un metodo ed un progetto, che si pongono l’obiettivo di formare buoni cristiani e buoni cittadini.
In un’occasione come questa sarà più facile capire i sentimenti che hanno animato i primi diciotto cadetti di Mafeking che B.P. organizzò per assumersi la responsabilità di portare messaggi, consegnare la posta e fare turni di sentinella durante l’assedio di questo piccolo centro a nord di Città del Capo, in Sud Africa, che durò per ben 217 giorni dal 13 ottobre 1899 al 17 maggio 1900.
Da quella grande prova e dalla fermezza e dalla responsabilità mostrata dai cadetti nacque in B.P. l’intuizione dello Scoutismo.
Prendiamo quindi la difficoltà che stiamo vivendo come occasione di raccogliere nuove sfide e rigenerare il nostro spirito di servizio.
Possa il silenzio del Sabato santo ispirarci in questo e prepararci all’incontro con il Signore risorto.
“C’è una scena nel Vangelo che anticipa in maniera straordinaria il silenzio del Sabato santo e appare quindi ancora una volta come il ritratto del nostro momento storico. Cristo dorme in una barca che, sbattuta dalla tempesta, sta per affondare. Il profeta Elia aveva una volta irriso i preti di Baal, che inutilmente invocavano a gran voce il loro dio perché volesse far discendere il fuoco sul sacrificio, esortandoli a gridare più forte, caso mai il loro dio stesse a dormire. Ma Dio non dorme realmente? Lo scherno del profeta non tocca alla fin fine anche i credenti del Dio di Israele che viaggiano con lui in una barca che sta per affondare? Dio sta a dormire mentre le sue cose stanno per affondare, non è questa l’esperienza della nostra vita? La Chiesa, la fede, non assomigliano a una piccola barca che sta per affondare, che lotta inutilmente contro le onde e il vento, mentre Dio è assente? I discepoli gridano nella disperazione estrema e scuotono il Signore per svegliarlo, ma egli si mostra meravigliato e rimprovera la loro poca fede. Ma è diversamente per noi? Quando la tempesta sarà passata, ci accorgeremo di quanto la nostra poca fede fosse carica di stoltezza. E tuttavia, o Signore, non possiamo fare a meno di scuotere te, Dio che stai in silenzio e dormi, e gridarti: svegliati, non vedi che affondiamo? Destati, non lasciar durare in eterno l’oscurità del Sabato santo, lascia cadere un raggio di Pasqua anche sui nostri giorni, accompàgnati a noi quando ci avviamo disperati verso Emmaus perché il nostro cuore possa accendersi alla tua vicinanza. Tu che hai guidato in maniera nascosta le vie di Israele per essere finalmente uomo con gli uomini, non ci lasciare nel buio, non permettere che la tua parola si perda nel gran sciupio di parole di questi tempi. Signore, dacci il tuo aiuto, perché senza di te affonderemo” (Benedetto XVI Meditazione sul Sabato santo).
Buona strada!
Milena Ciro e la Pattuglia al Metodo