“Devo organizzare un’attività con il branco o un’uscita con l’alta squadriglia. Che brano posso usare per la catechesi? Posso aprire il Vangelo e vedere quello che mi capita…poi un messaggio lo trovo sempre.”
Questa sarà stato sicuramente un pensiero che a molti di noi è venuto in mente durante le riunioni di staff.
Per poter essere dei buoni capi bisogna essere competenti e per questo esistono i campi di formazione. Ma non bastano! Dobbiamo essere anche dei buoni capi cristiani e testimoni del Vangelo. Ci lamentiamo spesso della nostra scarsa conoscenza in materia di catechesi e i progetti del capo spesso hanno un sacco di problemi nel punto relativo alla fede ma per fortuna l’AGESCI ci viene incontro con i cantieri di catechesi
Conoscere le Sacre Scritture non vuol dire solo leggere ma bisogna viverle nel concreto. Così è stato per i partecipanti all’ultimo cantiere di catechesi, tenutosi a Salerno dall’8 al 10 dicembre scorso, che hanno iniziato le loro attività, incontrando le comunità Emmanuel di Eboli e la Tenda a Salerno. In questi luoghi hanno potuto conoscere delle persone che hanno sperimentato, o stanno sperimentando, delle difficoltà nella loro vita e che sono stati aiutati nel loro percorso dalla Parola di Dio.
L’incontro con la Parola per gli allievi è stato centrato sulle figure di Cornelio e Pietro (At, 10). Questo incontro è stato guidato da uno staff di capi provenienti da tutta Italia e da p. Giuseppe Trotta che ha aiutato tutti i partecipanti ad un esercizio di “esegesi”, o almeno una lettura ragionata, del capitolo 10.
Questo esercizio, ampliato ai capitoli 9 e 11 degli Atti, è servito a far capire che la Bibbia non è una raccolta spezzettata di aforismi (stile baci perugina) ma una storia continua con tanti riferimenti tra i vari libri e capitoli.
Il cantiere ha permesso il dialogo tra tanti capi di zone e regioni diverse che, confrontandosi con il metodo, hanno capito che integrare la catechesi nei nostri strumenti è più facile ed efficace che trovare sovrastrutture per far passare il messaggio del Vangelo.
L’evento si è concluso con una Santa Messa itinerante che ha creato un Comunità (Capi) in cammino verso un’unica meta.
Sono eventi che capitano raramente nella propria vita, associativa e non, e che vale la pena vivere.