È passato più di un anno, ma nelle nostre orecchie risuonano ancora le parole di Papa Francesco, in una Piazza San Pietro deserta, che parlava di quella notte che stavamo vivendo. Parole rivolte non solo alla comunità cristiana, ma a tutti i milioni di persone che in quel momento erano chiuse in casa, senza capire bene cosa gli stesse accadendo.
Eravamo insieme, tutti sulla stessa barca, come proprio il Papa ci ricordava. Sono state parole che scaldavano, che confortavano in quella buia notte, parole di speranza.
Quante volte abbiamo usato, nella nostra esperienza di capi, la frase “sentinella quanto resta della notte?” per costruire, ad esempio, un deserto per i nostri RS.
È stata una domanda che, chissà se qualcuno lo ricorda, ci ha accompagnato anche durante l’esperienza della route nazionale del 2014.
E se questa domanda la rivolgessimo a noi stessi, sapremmo rispondere?
Pensiamo a quante albe abbiamo visto facendo strada con le nostre scolte, coi nostri rover, e non solo quelle meravigliose albe regalateci dalla natura mentre eravamo su sentieri impervi o appena svegli fuori dalle nostre tende. Pensate alle albe che abbiamo visto tutte le volte che un nostro RS è arrivato al momento della firma dell’impegno o all’alba della partenza.
Abbiamo imparato tante cose nel corso delle lunghe notti che abbiamo trascorso insieme, sulle loro strade, confrontandoci con loro, ascoltandoli, accompagnandoli, ma la più bella cosa che abbiamo potuto apprendere è stata che per arrivare all’alba bisogna vivere la notte con speranza, proprio come indicavano le parole del Papa. La notte è buia, è fredda, è impervia, ma la notte fa parte di un ciclo vitale, la notte finisce e spunterà sempre una nuova alba. Questo è il grande miracolo che ci viene regalato e che non scalda solo il cuore, ma lo conforta donandogli nuova linfa da cui poter far germogliare e far crescere in noi, sempre più rigogliosa, la speranza. Questo è uno dei più grandi insegnamenti che dobbiamo ai nostri ragazzi ed è un forte augurio per una nuova resurrezione, una Pasqua che sia simbolo di speranza e di Vita.
A Cura di Claudia Alfiero e Eleonora Balaceanu