Notte prima del Consiglio Generale (*)

(*) Liberamente immaginata da Vincenzo Pinto

È il tempo della DC e dei Comunisti. E’ il tempo di pace per il Vietnam. Gli scioperi, i licenziamenti e le reazioni delle Brigate Rosse sono il pane quotidiano dei telegiornali. Eppure il cielo stellato è sempre lo stesso. E Gianni monta la sua canadese nel prato di Bracciano. Emozionato perché era venuto dalla Sicilia. Dopo tanti incontri, il giorno successivo si sarebbero tirate le conclusioni. Gianni era un CapoRiparto, di quelli tosti. Anche se era un operaio, era ancora una volta a Roma. Per portare a termine ciò che aveva iniziato.
Lucia aveva conosciuto Padre Luigi d’Aragona. Riusciva a farsi ascoltare con le sue parole lente ma forti. Profonde. Più forti del rumore del tram. Era stato bello, l’anno prima l’incontro con le guide irlandesi. Lingue diverse ma gioia da condividere. Nel servizio. Negli ideali. Anche Lucia montava la sua tenda. Accanto a quella di Gianni.
Bum. I picchetti entravano nel terreno. E il sudore scendeva. Gli sguardi si incrociavano. E l’odore del fuoco si diffondeva facendo inebriare i presenti. Le note di “We shall overcome” accompagnavano un bicchiere di vino, una sigaretta e del pane e mortadella. Perché i soldi erano pochi. Ed erano serviti per comprare la divisa al mercato. Per quel giorno importante.
Messe fianco a fianco, le tende canadesi sembravano i tetti delle fabbriche. Ma al loro interno non si costruivano macchine ma sogni. Di un mondo nuovo. Pieno di speranze. Fatto da uomini e donne.
Intorno al fuoco quegli uomini e quelle donne, con il loro fazzolettone, si guardavano non più diffidenti. Ma parlavano di “coeducazione” con mille accenti diversi: il piemontese, il sardo, il veneto e il campano. Erano giorni magici, quelli.
Eppoi arrivava il riposo prima del gran giorno.
“Lucia, dormi?” chiese Gianni. “Mi manca l’aria” replicò Lucia a bassa voce perché non voleva svegliare le sue compagne di tenda.
“Ti va di vedere l’alba?” Una zip aprì la tenda e Lucia era già fuori. Pronta e ordinata come se non si fosse mai messa nel suo sacco a pelo. Gianni, trasandato, si mise a preparare una moka sul fornellino. E si sedettero lì, fianco a fianco a guardare verso est l’aurora che colorava il cielo.
“Buona strada, Lucia.” Poi, il silenzio. Un sorso di caffè. “Buona caccia a te, Gianni.”

A Cura di Vincenzo Pinto- Pattuglia comunicazione